Scopri la storia personale e professionale di Marua Mohamed Adel
Cosa ti ha portato ad avvicinarti al mondo tech e scegliere un percorso universitario in ambito STEM?
Crescendo, non avevo idea di che carriera volessi intraprendere da grande ed era una domanda che mi ponevo spesso. Nonostante questo, ho sempre saputo che avrei in qualche modo intrapreso un percorso in ambito STEM e questo perché: son sempre stata affascinata dai numeri, ho sempre ottenuto buoni risultati in matematica e son sempre stata attratta e incuriosita dalle discipline scientifiche in generale. In particolare mi ha sempre affascinato la matematica come scienza che può rispondere a qualsiasi domanda o problema nel proprio ambito con rigore e risultati esatti ed esprimibili in modo analitico ed oggettivo. Inoltre mi piaceva il fatto che non richiedesse memorizzazione, o meglio, compresi i concetti era possibile usare il ragionamento deduttivo per risolvere la maggior parte dei problemi.
Quando arrivò il momento decisivo di scelta del percorso di studi universitario, i fattori guida per me sono stati sicuramente la mia passione e la mia inclinazione verso le discipline tecnico-scientifiche, ma anche il dato di fatto che una laurea in ambito STEM è sicuramente tra quelle con la più alta percentuale di occupati post-laurea. Dall’altro lato sapevo che scegliere questo tipo di percorso di laurea mi portava anche ad affrontare diverse sfide, tra cui sicuramente la complessità delle discipline studiate, ma anche il fatto che, soprattutto in ambito ingegneristico, la percentuale di presenza femminile è molto bassa. Quando iniziai il mio percorso di studi in ingegneria informatica al Politecnico di Milano, ricordo che eravamo circa 6 ragazze su 150. Questa minoranza era generalizzata per la maggior parte dei percorsi in ingegneria e, dal mio punto di vista il motivo era ed è soprattutto il fatto che, purtroppo, nella nostra società esistono diversi stereotipi legati ai gender roles nell’ambito degli studi e della carriera.
Il mio percorso di studi è stato abbastanza sereno da questo punto di vista, non ho mai vissuto particolari episodi di discriminazione, ho sempre cercato e cerco di fare bene e sono convinta che la qualità e l’etica del proprio lavoro parlino da sé e che non siano guidati dall’essere donna o uomo.
Completato il corso di laurea, ho avuto modo di avvicinarmi al mondo tech (campo data and analytics) in ambito lavorativo, con diverse esperienze principalmente in società di consulenza e con un’esperienza presso il cliente finale. Anche nel mondo lavorativo tech sicuramente ho riscontrato una percentuale di presenza femminile bassa, chiaramente conseguenza del fatto che poche donne decidono di intraprendere studi in campo STEM. Questo, nella mia esperienza, ha comportato sicuramente alcune sfide e difficoltà, ma anche moltissima soddisfazione personale e ad oggi sento pienamente di accettarmi, in maniera sicura, come ingegnere donna e questo basta a superare qualunque tipo di ostacolo.
Cosa hai visto nascere e sviluppare sul fronte empowerment femminile durante il tuo percorso lavorativo ed i tuoi anni di esperienza?
Ho avuto la fortuna di fare esperienze di lavoro in aziende diverse, prima di entrare in EY e posso dire che le iniziative atte a sviluppare l’empowerment femminile non sono affatto scontate. Sicuramente oggi, più di ieri, le aziende si stanno muovendo per incoraggiare le donne alla partecipazione nei ruoli manageriali, adottare politiche flessibili per evitare discriminazioni, promuovere un ambiente di lavoro sicuro e garantire un accesso equo a risorse e formazione.
Tuttavia è necessario lavorare sulla mentalità che c’è alla base. Io stessa mi sono resa conto di questo quando, qualche anno fa a un colloquio, mi fu detto che non ero adatta a ricoprire una posizione perché mamma di un bimbo piccolo e probabilmente non avrei potuto garantire diverse ore di lavoro extra/trasferte, nonostante il mio cv fosse perfettamente in linea con la posizione; oppure quando ho notato in più di un’occasione che spesso, nei primi incontri con fornitori/clienti, si tende a rivolgere i discorsi al collega uomo, almeno in prima battuta.
Quindi sicuramente è necessario che il lavoro da fare abbia come obiettivo lo scardinamento dei forti stereotipi che ci sono. Per quel che riguarda la mia esperienza personale, quel che ogni donna può fare è sicuramente far sentire la propria voce, dimostrando le proprie competenze e quanto vale.
Cosa ti ha portato a scegliere EY Tech avendo lavorato anche in altre realtà che operano in quest'ambito?
Quel che mi ha colpito di EY fin dai primi colloqui e che mi ha portato poi a scegliere di farne parte è sicuramente il fatto che è un’azienda che offre grandissime opportunità sia in termini di formazione e learning sia in termini di ambiente innovativo e respiro globale. Per quanto riguarda la formazione, ad esempio, EY investe molto nello sviluppo mettendo a disposizione programmi, piattaforme e partnership che permettono a ognuno di noi di acquisire le competenze tecnologiche necessarie a costruire il percorso desiderato. Mi ha inoltre colpito il fatto che operare in EY Tech in particolare significa avere un lavoro ad alto impatto: rendere tecnologie complesse accessibili a clienti di ogni settore, aiutandoli a trovare soluzioni innovative ai loro problemi aziendali e a crescere, scoprendo al contempo infinite opportunità di sviluppo personale. Oltre a sviluppare le competenze tecniche, si impara a conoscere la strategia di business e i problemi di settore.
Vuoi dirci di più del WIT Board Italia?
Il nostro obiettivo è quello di dare voce e promuovere un cambiamento positivo nei servizi finanziari e aumentare il numero di donne e alleati che lavorano nel mondo tech. Attraverso la condivisione di esperienze avvincenti e tangibili all’interno della nostra realtà, vorremmo portare avanti un’azione di sensibilizzazione, così da poter spostare l'ago della bilancia sull'uguaglianza di genere.
Che suggerimento daresti a studentesse e professioniste che vogliono intraprendere una carriera nel mondo della consulenza tech?
Fatevi sempre guidare dalla curiosità e dalla passione, studiate e fate molte domande. Cercate di aggiornarvi su almeno una cosa nuova al giorno, così da alimentare la vostra curiosità e tenervi al passo con i cambiamenti in ambito tech. Inoltre, credete sempre in voi stesse: siate confident. Ponetevi degli obiettivi e fate di tutto per raggiungerli credendo nelle vostre competenze e in ciò che potete realizzare. Nessuno potrà fermarvi.
Perché scegli EY ogni giorno?
EY offre un ambiente di lavoro che dal punto di vista umano non ha eguali. C’è un’attenzione enorme all’individuo; la diversità e l’inclusività sono alla base di ciò che siamo e come lavoriamo.
EY offre inoltre moltissima flessibilità lavorativa grazie alla policy di smartworking, garantendo un buon work-life balance; questo mi permette di portare avanti la mia carriera e al contempo vivere in maniera serena la mia vita privata, nonostante essere Manager in una realtà come questa comporti la gestione di diversi progetti complessi.
Dal punto di vista professionale, EY è un’azienda che offre milioni di opportunità, ogni risorsa ha la possibilità di sviluppare i propri interessi e le proprie ambizioni, avendo la possibilità di lavorare con nuovi team, su progetti che ispirano e sfidano ogni giorno.
L’esperienza di lavoro in EY è senza dubbio unica ed eccezionale.