«Sull’andamento negativo del mese di aprile – chiarisce Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese – hanno inciso, come nei mesi passati, i 6 mesi di chiusura dei 1300 centri commerciali nei festivi e prefestivi. Sicuramente la serrata simbolica organizzata da tutte le associazioni di categoria lo scorsa 11 maggio, inclusa Confimprese, ha contribuito a sensibilizzare le istituzioni sull’allentamento delle misure restrittive nei giorni più importanti della settimana in termini di ricavi e fondamentali per aiutare la ripresa economica delle attività commerciali e del Paese. I centri commerciali hanno perso 56 miliardi di fatturato annuo pari a 63%. Attendiamo i dati di maggio per capire se la riapertura del 22 maggio inizi a portare una inversione di tendenza nei prossimi mesi».
In buona sostanza, l’analisi del mese di aprile su aprile 2019 rivela una situazione ancora molto volatile e lontana da una ripresa significativa delle attività commerciali e dei consumi.
«Stiamo riscontrando un’uscita dalla crisi degli acquisti più lenta del previsto - dichiara Paolo Lobetti Bodoni, med business consulting leader di EY- il mese di aprile registra forti segnali di debolezza rispetto al 2019 con quasi 2/3 delle vendite in meno, simile a quanto già visto a gennaio e marzo di quest’anno. Il progressivo annuo 2021 registra un -21,7% rispetto al 2020, che è significativo se consideriamo che i primi 4 mesi del 2020 già subivano un calo del 44,4% rispetto al 2019. Attendiamo il mese di maggio per avere dei numeri, speriamo più positivi, legati alla riduzione delle limitazioni su ristoranti e centri commerciali».
Analisi principali regioni
Il trend delle regioni nel mese di aprile 2021 confrontato con lo stesso mese del 2019, mostra le stesse evidenze rilevate nel trend per aree geografiche. Le regioni del Sud flettono maggiormente e il trend più negativo si registra in Sardegna, che perde il -79,4% anche a causa del ritorno in zona rossa che l’ha contrassegnata per tutto il mese di aprile. La migliore è il Trentino Alto Adige con -51,1%.
Tra le regioni con le peggiori performance troviamo al secondo posto la Puglia con -74,4%, seguito dalla Campania con -68,9%. Seguono Toscana -66,2% ed Emilia-Romagna -66,1%. Sempre sopra al -60% anche il Friuli-Venezia Giulia con 65,9%, la Sicilia -65%, il Veneto -63,2%. Nella zona con perdite intorno al 60% troviamo Umbria -62,7%, Piemonte -61,6%, Lombardia -60,4% e Calabria -60%. Al di sotto Liguria -59,2%, Lazio -58,8%, Marche -56,2%, Abruzzo -55%.