Comunicato stampa

8 mar 2020

IL BUSINESS ITALIANO E’ PRONTO ALLE SFIDE DEL FUTURO?

La sostenibilità diventando sempre più un elemento centrale della strategia di business delle imprese italiane, ma sono ancora una minoranza quelle che integrano la sostenibilità nel proprio business. E’ quanto emerge da “Seize the Change”, nuovo studio EY che analizza la governance e le strategie di sostenibilità delle nostre aziende in tema di cambiamento climatico, approvvigionamenti sostenibili, economia circolare e finanza sostenibile.

Condotto su un campione di 194 aziende quotate, la ricerca rivela che solo il 32% di esse definisce un Piano di Sostenibilità di medio-lungo periodo e solo il 17% presenta una descrizione estesa delle iniziative con obiettivi quantitativi correlati ai Sustainable Development Goals. 

Cambiamento climatico

Il cambiamento climatico è considerata una delle maggiori sfide del secolo. La sua mitigazione e l’adattamento delle aziende ai suoi effetti sono percepiti come indispensabili per garantire la sopravvivenza delle aziende stesse nel lungo periodo. Ecco perché, a livello di rendicontazione e comunicazione, le imprese italiane mostrano una buona maturità per quanto riguarda le loro emissioni dirette e indirette energetiche di gas serra. Il 96% del campione analizzato rendiconta, infatti, su almeno una di queste due tipologie di emissioni. Lo stesso livello di maturità e di omogeneità non si riscontra però, ad oggi, sulla rendicontazione delle altre emissioni indirette associate alla value chain, rendicontate solo nel 30% dei casi.  

Dall’analisi emergono alcuni gap su cui le imprese saranno chiamate ad agire nel corso dei prossimi anni:

  • Piani d’azione e target di riduzione: solo il 21% delle aziende analizzate ha indicato, ad oggi, almeno un target numerico di riduzione delle emissioni. Le iniziative individuate fanno riferimento nella maggior parte dei casi a progetti di efficientamento energetico (62%), produzione di energie rinnovabili (19%) e acquisto di energia rinnovabile (17%).
  • Identificazione e gestione dei rischi: ad oggi, solo un’azienda su 3 ha strutturato un processo di identificazione e gestione dei rischi legati al cambiamento climatico. 

Approvvigionamenti sostenibili

La tracciabilità, la trasparenza e la tutela delle questioni ambientali e sociali rappresentano le principali caratteristiche della catena di fornitura sostenibile. Secondo la ricerca, 3 aziende su 4 definiscono obiettivi quali/quantitativi in relazione a temi di sostenibilità della catena di fornitura. Tra queste, oltre il 70% li formalizzano in politiche o altri documenti aziendali pubblici. I principali macro-temi trattati dalle aziende che definiscono obiettivi quali/quantitativi in tema di sostenibilità della catena di fornitura sono legati ad aspetti ambientali, diritti umani e del lavoro, etica ed integrità del business. Inoltre, solo un’azienda su 3 utilizza un modello di valutazione interna dei fornitori concentrando i propri impegni per l’approvvigionamento sostenibile su diverse categorie di fornitori. Tra queste, il 90% non supera però il primo livello di fornitura e solo il 4% delle aziende utilizza una piattaforma esterna elaborata da terzi. Infine, il 60% delle aziende sceglie di non svolgere audit sui propri fornitori.

Economia circolare

Sebbene l’economia circolare sia oggi riconosciuta come una prospettiva capace di contribuire in maniera significativa a una trasformazione del business alla luce della sostenibilità, lo studio EY non ha rilevato una forte spinta da parte delle aziende nella definizione di una strategia di economia circolare. In particolare, solo il 10% delle attività ha messo a punto una strategia, mentre solo 5% dichiara di aver fissato responsabilità chiare e definite su questo tema. Ad oggi, l’economia circolare è vista e vissuta come una modalità per efficientare i processi aziendali all’interno. Infatti, il 46% delle iniziative rilevate è focalizzato solo su processi e/o prodotti; le iniziative rivolte all’esterno, ossia al settore industriale di appartenenza o ad altri settori industriali sono solo il 20% di quelle rilevate.

Commenta Riccardo Giovannini, Italy Climate Change and Sustainability Leader di EY: “L’integrazione della sostenibilità nel business sta diventando di comprensione comune. In Italia stiamo assistendo a un incremento del numero di aziende che stanno andando in questa direzione, ma c’è ancora molto da fare. Importante il ruolo di stimolo delle istituzioni finanziarie: azionisti e investitori consapevoli stanno contribuendo a sensibilizzare il nostro tessuto industriale”

Finanza sostenibile

La finanza gioca un ruolo fondamentale nella transizione dell’attuale modello economico verso un modello più sostenibile. Commenta Rossella Zunino, Italy Sustainability for Financial Services Leader di EY: “Il 2019 è stato un anno di particolare slancio per la sostenibilità nel settore finanziario. Infatti, il 70% delle società del settore bancario e assicurativo analizzate ha avviato iniziative di finanza sostenibile. Il 61% di quelle mappate consiste in investimenti indiretti in iniziative o fondi e titoli ad alto impatto socio-ambientale, seguite, al 36%, da finanziamenti diretti.

Commenta Rossella Zunino, Italy Sustainability for Financial Services Leader di EY: "Le informazioni non finanziarie stanno acquisendo un'importanza crescente nel processo decisionale di investimento. Dalla nostra ricerca emerge che il 50% delle società nel settore Banking & Insurance considera le tematiche ESG nelle proprie scelte di investimento, in particolare quelle legate al cambiamento climatico e ai diritti umani. La sostenibilità, però, non identifica solo degli ambiti ESG, ma soprattutto un approccio, e la sua integrazione nelle strategie e nei processi sta già consentendo alle organizzazioni del settore finanziario di creare valore anche nel lungo periodo".

Riguardo alle modalità d’integrazione dei criteri ESG nelle strategie di Finanza Sostenibile, è ancora solo dell’8% la percentuale delle società che svolge uno screening ESG sul portafoglio in maniera sistematica, con una percentuale di portafoglio analizzato ancora molto bassa: infatti, solo una società ha sottoposto a screening ESG oltre il 90% del proprio portafoglio