«Nel mese di novembre i centri città hanno performato meglio della media totale paese per ben 18.4% – dichiara Mario Maiocchi, direttore Centro Studi Confimprese –, mentre nel progressivo anno sono in linea con il totale Italia. Questa anomalia può solo essere attribuita alle forzate chiusure dei centri commerciali durante i week end, a comprova della illogicità dei provvedimenti di chiusura che hanno spostato il traffico dei consumatori dai centri commerciali - luoghi sottoposti a strette misure sanitarie di controllo - alle vie del centro con conseguente aggravio degli affollamenti nei luoghi medesimi».
L’e-commerce quindi fa di nuovo un balzo e cresce del +92,6%, conseguenza più che logica dovuta alle chiusure anticipate degli esercizi commerciali nelle high street e a quelle totali dei centri commerciali nei fine settimana. L’e-commerce ha rappresentato uno sfogo per i bisogni degli acquisti degli italiani.
«Un trend molto negativo quello di novembre che porta il progressivo del secondo lockdown da ottobre a novembre pari al -45,6%. È evidente che le restrizioni alla mobilità e alle aperture dei negozi hanno influenzato pesantemente i consumi, infatti alcune delle regioni dichiarate zone rosse come la Lombardia, il Piemonte, la Campania, la Toscana, la Valle d’Aosta e la Calabria hanno subito i trend peggiori con un calo superiore al 70%. Significativo il balzo delle vendite nell’e-commerce, che ha aiutato i consumatori ad acquistare nonostante le limitazioni nell'accesso allo store fisico – dichiara Paolo Lobetti Bodoni, Business Consulting Leader Italy EY –».
Analisi per regioni
A livello regionale si vedono trend molto diversi, le zone rosse hanno subito perdite superiori alla media Italia: le peggiori performance si registrano in Campania -75,6%, Calabria -75,5%, Toscana -74,5%, Piemonte -73,8%, Lombardia -73,4%, Valle d’Aosta -72,5%.
Distaccate di quasi 10 punti percentuali le altre regioni, per primo l’Abruzzo col -68,4% seguito da Trentino-Alto Adige -64,6%, Friuli-Venezia Giulia -60,5%, Emilia-Romagna 60,1%, Sicilia -59,4%, Liguria -59,1%, Puglia -58,1%, Umbria -57,6%, Veneto -55,3%, Sardegna -49,9%, Marche -41,8% e Lazio -49,6%.