L'Italia, importatore di energia elettrica con un deficit di fornitura del -6,9%, deve affrontare la sfida della minore affidabilità della rete e di utility e puntare all’espansione delle infrastrutture di ricarica. Se si pensa che nel 2020 il rapporto tra caricabatterie e veicoli elettrici era di 0,13 in Italia, alla pari con la media globale di 0,1, si capisce come i caricatori veloci pubblici installati sono una percentuale esigua del totale, rappresentandone solo il 3,3%.
Nonostante il ritardo accumulato dal nostro Paese rispetto ad altre nazioni “early adopters” della e-mobility, negli ultimi mesi si è percepita a livello nazionale una grande attenzione verso le tematiche green, anche per via degli effetti della pandemia da Covid-19 che ha cambiato le abitudini di spostamento e la percezione dei consumatori. L’Indice EY, infatti, evidenzia come il consumatore italiano sia pronto per il passaggio alla mobilità elettrica dell’automobile (BEV e PHEV) come prossima scelta, motivato principalmente dagli incentivi governativi monetari e non monetari e da una crescente consapevolezza ambientale. Se infatti si parte dal dato sulle vendite di auto in Italia, queste sono diminuite del 28% su base annua nel 2020, a fronte della crescita del 232% della vendita dei veicoli elettrici, nello stesso anno (BEV e PHEV).
Rispetto alla mobilità sostenibile, Il 54% del campione intervistato[1], in procinto di cambiare auto entro i prossimi tre anni, si orienterebbe verso modelli ad alimentazione ibrida (43%) o elettrica (11%). Il 20% del campione mostra apertura verso nuove formule di possesso (ad esempio Noleggio a Lungo Termine) e nuove modalità di acquisto proposte dalle case automobilistiche. Tra i motivi addotti a sostegno della predilezione, da parte dei consumatori di ibrido o elettrico, spiccano lo stile di vita attento all’ambiente (43%), la possibilità di accedere nel centro della città e nelle ZTL (35%), oltre al il minor costo chilometrico/di manutenzione (33%) e agli incentivi economici all’acquisto (30%).
Il mondo della mobilità elettrica è in continua evoluzione e risulta dunque difficile, dato lo scenario altamente dinamico e frammentato, poter individuare i possibili cambiamenti di medio e lungo termine. Uno dei più importanti trend – non ancora totalmente evidenziato nel medio periodo – è lo sviluppo di modelli di servizi nell’ecosistema, orientati alla mobilità elettrica grazie a logiche di co-opetition, bundle di servizi, co-marketing. In parallelo, rimangono determinanti per il successo della transizione ecologica alcuni elementi cardine: l’infrastruttura di ricarica ed i meccanismi incentivanti di natura economia e non economica.
In questo senso, il PNRR rappresenta una grande opportunità di accelerazione non solo per quanto attiene alle infrastrutture di ricarica “fast e super fast”, ma anche per la copertura capillare sul territorio delle colonnine quick a bassa potenza, che consentiranno di rispettare l’obiettivo complessivo dell'Italia di oltre 3,4 milioni di infrastrutture di ricarica al 2030, di cui 32.000 pubblici, veloci e ultraveloci[2].
È necessario che l’Italia, tra i Paesi “followers” nella conversione verso una mobilità elettrica, faccia sistema in un disegno ampio di partnership pubblico/privato per garantire un consolidamento infrastrutturale e di servizi del mercato a livello produttivo, che si pone alla base dello sviluppo della mobilità sostenibile.
[1] Ricerca EY-Swg di settembre 2021 su un campione di 1.006 cittadini italiani maggiorenni.
[2] Testo PNRR. 2021