- Le nuove sfide legate all’incertezza geopolitica sorte a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina si ripercuotono negativamente sulla crescita dell'economia globale, attesa dell’1,3% nel 2023, a fronte di una crescita media del 2,7% negli ultimi 10 anni e del 3,1% nel 2022.
- L’inflazione ha raggiunto livelli molto elevati a livello globale, la media OCSE attesa per il 2022 è del 9,4%, contro l’1,6% del periodo 2013-2019. Il livello dei prezzi, decisamente più alto rispetto al periodo pre-pandemia, influenza negativamente le prospettive di crescita, anche a seguito della decisa reazione delle banche centrali.
- Il mercato energetico tra le principali sfide globali del momento: dall'inizio del 2019 a fine novembre 2022 si è registrato un aumento dei prezzi del petrolio e del gas naturale rispettivamente del 54% e del 392%, nonostante i recenti ribassi.
- Per l’Italia le previsioni di EY indicano una crescita del 3,8% nel 2022 e dello 0,6% nel 2023, mentre il tasso di inflazione passerà dall’ 8,2% del 2022 al 7,1% del 2023.
- La crescita economica del Paese sarà accompagnata da un mercato del lavoro in leggera espansione, con una riduzione del tasso di disoccupazione nel prossimo anno appena sotto la soglia dell’8%.
- Il deficit pubblico è stimato al 5% nel 2022 e 4,1% nel 2023, e il debito pubblico proseguire la sua discesa dai picchi della crisi legata alla pandemia, scendendo verso il 145% del PIL, valori comunque ancora molto alti.
Milano, 20 dicembre 2022. Quello che sta per concludersi è stato un anno a dir poco complesso. Dopo la crisi pandemica eravamo convinti di essere sulla via della ripresa, ma la crisi geopolitica e le conseguenze economiche hanno ulteriormente complicato la situazione internazionale e del nostro Paese. Partendo proprio da questo scenario, EY ha deciso di creare una nuova analisi proprietaria, l’EY Italian Macroeconomic Bulletin, che avrà cadenza trimestrale, e approfondirà lo scenario macroeconomico globale, europeo e italiano, tenendo conto delle numerose variabili del contesto attuale (l’evoluzione della guerra in Ucraina, l’andamento dei prezzi dell’energia, l’efficacia della politica monetaria, l’andamento dell’economia cinese e di quella statunitense). L’analisi includerà anche le previsioni sull’economia italiana per i trimestri successivi in relazione a PIL, inflazione, consumi e alle più importanti variabili macroeconomiche, realizzate per mezzo di un modello macroeconometrico proprietario costruito in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Economiche (DSE) dell'Università di Bologna.
Lo scenario globale
L'economia globale sta affrontando nuove sfide sul fronte geopolitico: in un mondo in cui la crisi economica legata alla pandemia di COVID-19 lascia ancora le sue tracce, le conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina e la relativa incertezza impattano ulteriormente sull'attività economica. Questo contribuirà ad un rallentamento della crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) reale mondiale nel 2023, attesa dell’1,3% nel 2023[1], a fronte di una crescita media del 2,7% negli ultimi 10 anni[2] e del 3,1% nel 2022.[3] In particolare, uno dei fattori principali di attenzione nello scenario macroeconomico mondiale è il tasso di crescita dei prezzi, mai così alto nei paesi avanzati da decenni a questa parte. Si pensi che la media dell’inflazione nei paesi OCSE attesa per il 2022 è del 9,4%, quasi sei volte la media dell’1,6% del periodo 2013-2019.[4] L’inflazione pesa sulle prospettive economiche perché corrisponde a costi di produzione più elevati per le imprese, ad una riduzione del reddito reale per le famiglie, e perché costringe le banche centrali a politiche monetarie restrittive, con conseguente rallentamento dell’attività economica, al fine di perseguire i loro obiettivi statutari (generalmente identificato in un tasso di inflazione al 2% nel medio periodo).
Fonte: Oxford Economics. IPC: indice dei prezzi al consumo. Le barre gialle rappresentano l’orizzonte di previsione.
La sfida principale per l'economia europea e globale negli ultimi mesi è rappresentata dalle tensioni sul mercato energetico. Abbiamo infatti assistito ad un forte aumento dei prezzi dell'energia, principalmente legato alle contromisure portate avanti dalla Federazione Russa come risposta alle sanzioni economiche dei Paesi occidentali in seguito all’invasione dell’Ucraina, e legato al cambiamento delle politiche di approvvigionamento di materie prime energetiche da parte dei paesi europei. I prezzi del petrolio e del gas naturale possono essere presi come riferimento per osservare le variazioni dei prezzi dell'energia: dall'inizio del 2019 a fine novembre 2022 si è registrato un aumento dei prezzi rispettivamente del 54% e del 392%, nonostante i recenti ribassi. La flessione registrata negli ultimi mesi è legata principalmente alla diminuzione della domanda e al clima mite di questo autunno, che hanno permesso di riempire gli stoccaggi in numerosi paesi europei e di calmierare le aspettative di possibili squilibri tra domanda e offerta.
Fonte: Banca Mondiale. Il prezzo medio del petrolio è calcolato come media del prezzo del Brent, del petrolio di Dubai e del WTI. Il prezzo del gas naturale invece fa riferimento al gas naturale quotato nel Title Transfer Facility (TTF). Gli indici dei prezzi energetici e non energetici considerano il prezzo di diverse materie prime a livello globale (ad esempio, l'indice dei prezzi energetici prende in considerazione il prezzo del petrolio greggio, come il Brent e il WTI, del carbone e del GNL; per l'indice dei prezzi non energetici, si considerano i prezzi dei cereali, degli alimenti e delle bevande, degli oli e delle farine e di altre materie prime). Gli indici si riferiscono al mercato globale.