ll percorso verso un sistema sanitario intelligente va oltre la digitalizzazione
 

Kim Dalla Torre, EY Global and Americas Health Leader, ha condiviso la sua visione sull’utilizzo della tecnologia per il futuro del benessere in occasione dell’Annual Business Meeting and Technical Conference del programma European Healthy Cities dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Sebbene la tecnologia offra nuove opportunità per far progredire la salute e l’assistenza sanitaria a livello globale, molte organizzazioni faticano a raggiungere i risultati attesi da cittadini, operatori sanitari e governi.
Una sfida che mette a rischio la sostenibilità del nostro sistema sanitario — ma non si tratta di un problema insormontabile. La chiave risiede nella creazione di un sistema più connesso, che vada oltre la trasformazione digitale per affrontare anche i fattori sociali e ambientali che influenzano la salute delle popolazioni.

Un percorso verso una trasformazione sostenibile
Durante la conferenza dell’OMS tenutasi in Italia a febbraio, Kim Dalla Torre ha analizzato le forti pressioni che gravano sugli operatori sanitari nel migliorare la salute e gli esiti clinici.

La carenza di medici, infermieri, posti letto e risorse economiche limita fortemente la capacità di affrontare le cause profonde dei problemi di salute e di colmare le lacune assistenziali per le fasce più vulnerabili della popolazione.

“Non abbiamo una copertura sufficiente in nessun ambito dell’assistenza sanitaria,” ha dichiarato. “Ci troviamo invece ad affrontare lunghi tempi di attesa, esiti insoddisfacenti, disuguaglianze sanitarie inaccettabili e bilanci in continua espansione.”

Pur disponendo degli strumenti per trasformare il sistema sanitario globale, secondo Dalla Torre è necessario ripensarne l’utilizzo per promuovere la salute e costruire un sistema più resiliente ed equo.

Il primo passo verso una trasformazione sostenibile consiste nella creazione di un ecosistema di dati che integri informazioni cliniche con dati relativi ai bisogni sociali e alla salute pubblica. Tuttavia, gran parte dei dati sanitari non è strutturata — contenuta in PDF, appunti scritti a mano o campi liberi nelle cartelle cliniche elettroniche (EMR) — e quindi difficilmente utilizzabile dal personale medico.

Oggi, l’80% dei dati dei pazienti si trova al di fuori della cartella clinica. Abbiamo bisogno di questi insights per prendere decisioni informate su dove allocare le risorse sanitarie.

Tre obiettivi per un sistema sanitario sostenibile

1. Offrire un’assistenza olistica

Integrando i dati clinici con quelli relativi ai determinsociali della salute (SDOH), gli operatori sanitari possono considerare tutti i fattori che influenzano lo stato di salute delle comunità.
Questa intelligenza consente un’assistenza più olistica e interventi precoci che evitano cure acute più costose, riducendo i costi complessivi.

Un esempio arriva da un ospedale nei Paesi Bassi, progettato per identificare percorsi terapeutici meno intensivi grazie all’uso dei dati. Un trial clinico ha dimostrato, ad esempio, che ridurre la durata del trattamento antibiotico per l’appendicite può accorciare la degenza ospedaliera.

“Riducendo il consumo di cure, questo ospedale si avvicina a un vero equilibrio tra capacità e domanda, rendendo il sistema più sostenibile per tutti,” ha affermato Dalla Torre.

L'intervento di Kim della Torre

2. Diventare leader nella comunità

I sistemi sanitari sono spesso punti di riferimento nelle comunità. I dirigenti hanno quindi l’opportunità di promuovere la salute pubblica, incoraggiando comportamenti e stili di vita sani attraverso programmi e campagne.

Un grande centro medico urbano in Massachusetts ha introdotto programmi per affrontare determinanti sociali come l’instabilità abitativa e l’insicurezza alimentare. Attraverso questionari strutturati nelle EMR, il personale raccoglie dati sui bisogni sociali e collega i pazienti alle risorse comunitarie appropriate.

L’organizzazione sostiene anche un’iniziativa per l’edilizia abitativa stabile, aiutando i residenti a trovare e mantenere alloggi sicuri e accessibili. Queste partnership rafforzano la fiducia nel sistema sanitario e migliorano la capacità di risposta ai fattori sociali che ostacolano la salute.


3. Agire sull’impatto ambientale

“Dobbiamo comprendere e rendicontare la sostenibilità delle nostre operazioni,” ha esortato Dalla Torre.
È fondamentale sviluppare strategie per ridurre l’impatto ambientale delle attività sanitarie, mantenendo al contempo la resilienza dei servizi salvavita.

Misurare le emissioni di carbonio e la produzione di rifiuti consente di identificare i punti di partenza per l’azione ambientale.Un piano sanitario del 2021, ad esempio, si è incentrato sul raggiungimento delle emissioni nette zero entro il 2035 e sull’utilizzo di sola energia rinnovabile.

Ha ridotto significativamente i rifiuti, limitando l’uso di materiali monouso e migliorando l’efficienza energetica, estendendo i principi di sostenibilità anche alla supply chain e al portafoglio investimenti.

Sfruttando le tecnologie avanzate e investendo in modelli di prevenzione e cura ad alto impatto sociale, possiamo migliorare in modo più efficace la salute e il benessere delle popolazioni.

Verso un sistema sanitario più resiliente

Le sfide che affrontiamo nei sistemi sanitari sono complesse, ma non insormontabili.
Adottando un approccio olistico alla cura, assumendo un ruolo guida nelle comunità e affrontando attivamente l’impatto ambientale, possiamo costruire un sistema sanitario più sostenibile, capace di migliorare gli esiti clinici e ridurre le disuguaglianze.

 

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