Comunicato stampa

25 gen 2022 Milano, IT

Osservatorio consumi di mercato Confimprese-EY

Dati dicembre 2021 vs dicembre 2020. Benchmark vs progressivo anno 2019

Contatto stampa
EY Italy

Multidisciplinary professional services organization

Dati dicembre 2021 vs dicembre 2020

Benchmark vs progressivo anno 2019

L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food elaborato da Confimprese-EY evidenzia margini di miglioramento nel mese di dicembre 2021, che chiude a +46% rispetto a dicembre 2020, ma a -12% vs dicembre 2019. Rimane ancora un forte rallentamento sul totale anno a -22,7% vs 2019.

La ristorazione mostra la ripresa più dinamica con un totale anno a +22% sull’anno 2020, seguita da abbigliamento-accessori a +15%. Tuttavia, il benchmark sul 2019 è ancora negativo con rispettivamente -26% e -28,6%. Bene il retail non food, che chiude a +20,5% nel mese e nel progressivo anno raggiunge i livelli pre-pandemia a -1,7%.

Centri commerciali lontani dal 2019 a -30%. Confermato il buon andamento delle location di prossimità -11,3%.

Nel raffronto dell’anno 2021 sul 2019 le regioni con i trend migliori sono la Campania a -15,8%, Calabria a -11,4% e la Puglia a -8,8. Venezia è la città con trend migliore a +94% nel periodo dicembre 2021 vs dicembre 2020.

Milano, 25 gennaio 2022 – L’Osservatorio permanente Confimprese-EY sui consumi di mercato analizza i dati di dicembre 2021 sullo stesso mese 2020 e fa emergere un quadro in miglioramento con una chiusura pari a +46% sul 2020, che era stato impattato molto negativamente dalle restrizioni, ma a -12% vs 2019 in linea con il trend registrato nel periodo giugno-novembre, ovvero dopo l’allentamento delle restrizioni Covid.

Il progressivo anno mostra comunque un +17,5% vs 2020, ma ancora un pesante gap sul 2019 pari a -22,7%, confermando le difficoltà di ripresa del retail.

Forti le differenze fra settori di attività. La ristorazione, anche grazie alla volontà degli italiani di tornare alle abitudini di vita pre-Covid, mostra nel 2021 la ripresa più dinamica vs 2020 con un +22%. Meno brillante il comparto abbigliamento-accessori, che mette comunque a segno +15% sempre rispetto al 2020. Tuttavia, il benchmark sul 2019 registra ancora per entrambi i settori un profondo rosso con la ristorazione a -29% e abbigliamento-accessori a-26%.

L’unica nota positiva arriva dal retail non food, che ha praticamente riconquistato i livelli pre- pandemia e chiude dicembre a +20,5% su dicembre 2021 e +19% sul totale 2020, questo consente al comparto di chiudere il gap vs il 2019 che si riduce al -1,7%, e dove alcune merceologie quali il mondo casa e tecnologia sono in crescita rispetto a due anni fa. 

Quanto ai canali di vendita, il travel mostra un trend sempre più critico con -44% vs 2019, ma anche i centri commerciali rimangono ben lontani dai livelli pre-pandemia a -30%. Confermata la preferenza dei consumatori, in relazione a nuovi modelli di vita, per le location di prossimità (cittadine di provincia e periferie metropolitane) che con un -11,3% si posizionano ben 12 punti percentuali meglio della media Paese.

Nelle aree geografiche è sempre il Sud a soffrire meno, sia nel mese -4,5% su dicembre 2019 sia nel totale anno -14% vs 2019. L’area Centro chiude dicembre a -9,4% e il progressivo anno vs 2019 a -22%. Il Nord-ovest fa segnare rispettivamente -13,8% e -24%. Gli andamenti peggiori si registrano nel Nord-est con un mese di dicembre a -19,8% e un progressivo anno a -24,2%.

L’anno 2021 chiude in linea con le nostre stime a +17% vs 2020 ma con un pesante gap del -22,7% ancora da recuperare vs 2019. Anche le prime proiezioni dell’avvio di gennaio non segnalano nulla di positivo. Oltre all’inflazione in costante accelerazione e il caro bollette che bloccano gli acquisti, a parte quelli di prima necessità, anche l’impatto della pandemia, che costringe a stare in casa, conferma una situazione di forte instabilità che frena i consumi. Da notare il brusco rallentamento avvenuto nelle ultime due settimane di dicembre con i flussi dei centri commerciali rispettivamente a -27% nella quarta settimana e a -35% nella quinta rispetto al -18% delle settimane precedenti. Ciò ci fa prospettare la ripresa non prima del 2023
Mario Maiocchi
Direttore Centro studi retail Confimprese
Abbiamo assistito a un dicembre 2021 che rispetto al dicembre 2020, quando erano in vigore misure di contenimento dell’emergenza pandemica, ha confermato un graduale ritorno agli acquisti, e in generale una volontà di tornare alle abitudini di vita pre-pandemia. Nonostante questo quadro in miglioramento, il mese di dicembre 2021 registra ancora un gap di 12 punti rispetto all’anno scorso. Scendendo più nel dettaglio, i centri città, che l’anno scorso avevano beneficiato delle restrizioni sui centri commerciali, quest’anno hanno registrato il trend meno dinamico a +6% dato che i consumatori sono tornati a fare acquisti nei centri commerciali a +67%
Paolo Lobetti Bodoni
Consulting Leader di EY in Italia

Analisi principali regioni

Alla luce dei dati di consumo fotografati dall’Osservatorio mensile Confimprese-EY e in conseguenza ai dati Istat di dicembre, che riferiscono un’inflazione al +0,4% su base mensile e al 3,9% su base annua, è necessario fare il punto sui trend delle singole regioni, che nel corso nel 2021 hanno registrato un continuo up&down dei consumi, dovuto al clima di incertezza sull’effettiva ripresa economica e di paura legata all’emergenza sanitaria.

Nel raffronto del totale anno 2021 sull’anno 2019 le regioni che hanno mostrato i trend migliori sono la Campania col -15,8%, Calabria con il -11,4% e la Puglia -8,8%. Altre regioni con trend peggiori hanno dovuto rinunciare a gran parte degli incoming stranieri e dei top spender cinesi e americani, puntando sul turismo locale concentrato soprattutto nel periodo primavera-estate. Le rilevazioni dell’Osservatorio Confimprese-EY evidenziano una forbice piuttosto ampia tra il Sud, che ha sofferto meno rispetto al Centro, ma soprattutto al Nord-Est e al Nord-Ovest. Inoltre, al Sud ci troviamo alla vigilia di una potenziale nuova stagione di crescita grazie alla riserva del 40% a favore del Meridione per tutti gli interventi finanziati con il PNRR. Gli analisti stimano una crescita del 12% del Pil meridionale nei prossimi tre anni, meno del Centro-nord che dovrebbe raggiungere un +16%. Il divario fra le due macroaree italiane continuerebbe ad aumentare, ma un rimbalzo del Sud sarebbe un ottimo risultato per l’intero Paese.

Analisi principali regioni – benchmark totale anno 2021 vs anno 2019

Nel ranking delle regioni con valori più bassi si conferma il Veneto che, con -30,9%, paga un prezzo alto alla mancanza di turismo culturale, legato soprattutto a Venezia, e marittimo con le località sul mare e sui laghi. A pochi punti percentuali di distanza, -29,2%, c’è l’Umbria, regione nota per le sue città medievali, paesaggi naturali e l’enogastronomia. L’Emilia Romagna è la terza peggiore regione con una performance del -28,1%, seguita da Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia a -27,4%. A sorpresa la Toscana, che durante il lockdown è stata tra le peggiori con punte del -64% a maggio 2020 vs maggio 2019, chiude l’anno 2021 a -26,2% vs 2019. Si prosegue nel centro Italia con le Marche -25,9%. In Nord-ovest piazza nelle top ten 3 regioni: Piemonte -25,5%, Liguria -24,1%, Lombardia -23,5%. La Sardegna, sia pure icona la bellezza del suo mare, non riesce a recuperare posizioni e chiude l’anno a -20%, il Lazio a -18,9% e l’Abruzzo a -17%. La Sicilia chiude a -16%.

Analisi per città

Anche l’analisi per città rileva trend positivi nel periodo dicembre 2021 vs dicembre 2020. Ad aggiudicarsi il primato troviamo Venezia che chiude a 94%. Seguono Verona (87%), Firenze (80%), Genova (61%) e Napoli (45%). Tra le città con trend di crescita minori ci sono Torino (26%) e Milano (27%). Roma, Palermo e Bologna registrano trend positivi rispettivamente al 40%, 41% e 42%.

Analisi principali province

Nell’analisi per province nell’arco temporale dicembre 2021 vs dicembre 2020 spiccano sul podio quella di Caserta (107%) sede di importanti centri commerciali e Firenze (100%) che ha rivisto il turismo. Seguono Venezia (88%), Brescia (82,5%), Verona (82%), Udine (78%) e Napoli (64,8%). Fanno registrare un trend positivo anche le province di Padova (59%), Genova (57%), Bari (56%) e Catania (51%). Le province di Bologna e Bergamo si attestano a 48,5% seguite da Milano (46,6%), Monza e della Brianza (45%), Roma (41%) e Novara (40%). Varese è quella che rileva il trend peggiore, benché sempre positivo come valore, con un 20,3%. Poco distanti si posizionano le province di Torino (34%) e Palermo (37,5%).