Rimosse quasi 2 tonnellate di rifiuti grazie all’impegno di volontari, cittadini e dipendenti
Milano, 27 settembre 2023 - Accoglienza, solidarietà e lotta alle disuguaglianze sono le parole chiave per realizzare un clima di pace e per accelerare sulla transizione ecologica. A ribadirlo, in occasione dell’edizione 2023 di “Puliamo il Mondo”, sono Legambiente e EY Foundation Onlus che uniscono nuovamente le forze con il progetto #betterWorld, lanciato insieme nel 2019 con l’obiettivo di rafforzare i legami tra colleghi, migliorare l’ambiente lavorativo e creare un ecosistema in cui l’efficienza professionale vada di pari passo con la sostenibilità ambientale.
EY riconferma, dunque, per il quinto anno consecutivo, il proprio impegno per la sostenibilità, partecipando alla campagna con 8 iniziative che hanno coinvolto oltre 300 dipendenti EY e i loro familiari in tutta Italia: Milano, Bari, Perugia, Genova, Bergamo, Napoli, Perugia e Bologna. Solo a Roma, Milano e Bari complessivamente sono state rimosse oltre 1,2 tonnellate di rifiuti.
Conosciuta a livello internazionale con il nome “Clean up the World” e nata sotto i principi di rispetto per l’ambiente e solidarietà, l’iniziativa “Puliamo il Mondo” è giunta alla sua trentunesima edizione nel 2023: un’occasione durante la quale Legambiente promuove e implementa la rigenerazione di siti urbani e periurbani sottratti dalle comunità locali al degrado e all’abbandono di rifiuti. Anche quest’anno l’iniziativa si arricchisce del messaggio “PER UN CLIMA DI PACE”, slogan coniato nel 2022 con l’intento di dimostrare come cittadini, volontari e comunità aziendali possano sostenere una società che promuove la pace e il rispetto della diversità, rifiutando la guerra, ogni forma di violenza, di odio e discriminazione.
“Legambiente e EY sono d’accordo nel sostenere che la tutela dell’ambiente non implica solo pulizia di spazi urbani ed aree verdi, ma anche tutela delle persone, senza alcun distinguo di razza, religione o cultura”, dichiara Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio. “Significa proteggere le classi sociali più deboli sulle quali gli effetti, tra gli altri, della crisi climatica si abbattono più violentemente. Solo realizzando una giustizia climatica, che deve essere inevitabilmente anche giustizia sociale, è possibile rispondere in maniera concreta a tali problematiche”.