I prestiti personali sono cresciuti nel corso del 2022, seppure a un ritmo inferiore rispetto al periodo pre-pandemico. Nel 2022 lo stock di credito al consumo è aumentato del 2,5% fino al terzo trimestre, in misura ben inferiore rispetto all’aumento medio del 13,9% a/a registrato tra il 2015 e il 2019. La contrazione dei consumi, unita all’aumento dei tassi di interesse e alla sfiducia dei consumatori, ridurrà la domanda di credito al consumo, spingendo le famiglie ad attingere ai risparmi non pianificati accumulati durante la pandemia. Pertanto, si prevede che i prestiti non garantiti aumenteranno del 3,7% quest'anno, per poi diminuire dell'1,5% nel 2023.
Mutui
Nel 2022 i prestiti ipotecari netti sono cresciuti del 4,7% a/a nel terzo trimestre, un dato invariato rispetto al secondo trimestre e ben al di sopra dell'aumento medio dell'1,2% nel periodo 2015-19. Come per altre economie dell'eurozona, è probabile che la crescita dei mutui in Italia rallenti di fronte al calo dei redditi reali delle famiglie e all'inasprimento della politica monetaria da parte della BCE, che ha già portato a un forte aumento dei tassi per i nuovi prestiti (in rialzo da un minimo storico dell'1,25% di fine 2020 al 2,07% di settembre). Inoltre, i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono aumentati così come lo spread, riflettendo in parte le preoccupazioni per l'elevato debito pubblico del Paese e il rallentamento della crescita. Nel tempo, questi fattori potrebbero far salire i tassi d’interesse dei mutui. Si prevede che i prestiti ipotecari aumenteranno del 4,2% quest'anno e che ci sarà una contrazione dello 0,3% nel 2023. Si tratterebbe del primo calo dal 2014, anche se più modesto rispetto alle diminuzioni registrate durante la crisi del debito dell'eurozona, che ha toccato un minimo di -1% nel 2013.
Crediti deteriorati
La ripresa economica post-COVID-19 è stata accompagnata da un calo dei crediti deteriorati. Nel secondo trimestre del 2022 i crediti deteriorati sono scesi al 2,57%, rispetto al 3,72% dell'anno precedente. Gli NPL dovrebbero aumentare nella seconda metà del 2022 e nel corso del prossimo anno. Tuttavia, le moratorie e i regimi di sostegno, benché ridotti a metà del 2022, dovrebbero mitigare possibili aumenti nel prossimo futuro. Inoltre, il programma mirato a garantire i prestiti delle imprese ad alta intensità energetica recentemente introdotto dovrebbe aiutare a contenere ulteriormente i crediti deteriorati. Nel complesso, si prevede che scenderanno al 2,9% del totale quest'anno (dal 3,3% del 2021) per poi salire al 5,4% nel 2023 e al 5,7% nel 2024.