Il ruolo della politica monetaria e le problematiche lungo le catene di fornitura
L’aumento dei tassi di interesse di riferimento, l’incertezza economica ed il termine di alcuni programmi di acquisto di titoli da parte della Banca Centrale Europea (quali il PEPP[1]), hanno comportato un aumento dei tassi di interesse pagati sul debito pubblico, evidenziato dall’analisi dei rendimenti dei titoli di stato italiani a 10 anni. L’aumento registrato avrà un impatto sulle future emissioni di debito pubblico, con un conseguente aumento di pressione sulle finanze dello stato e sulla sostenibilità del debito stesso, che si attesta a valori intorno al 150% del PIL. Nello specifico, si stima che per ogni aumento di un punto percentuale dei tassi di interesse sui titoli di Stato, persistente e uniforme lungo la curva per scadenze, la spesa per interessi crescerebbe di 3 miliardi nei successivi 12 mesi (e di 39,4 miliardi nei successivi 5 anni)[2]. Oltre ad un rialzo dei prezzi dell’energia, l’aumento del livello generale dei prezzi è anche legato alle problematiche lungo le catene del valore che hanno caratterizzato l’economia mondiale sin dalla fase acuta della pandemia nel 2020.
Lo scenario europeo ed italiano
Passando da una prospettiva globale ad un focus europeo e italiano, è interessante analizzare i contributi delle singole componenti dell’indice dei prezzi al consumo. Scomponendo l'aumento dell'IPC in Italia, si nota come l'aumento del prezzo dell'energia contribuisca a circa la metà dell'inflazione totale (pari al 11,8% a novembre 2022 rispetto a novembre 2021).
Tassi di inflazione così alti si riscontrano anche nel resto delle economie europee, con Francia, Germania e Spagna che registrano aumenti rispettivamente del 6,2%, 10,0%, e del 6,8% confrontando novembre 2022 con lo stesso mese dell'anno precedente. In riferimento all’indice dei prezzi alla produzione (IPP), negli ultimi mesi si è registrata una significativa inversione di tendenza, che è attesa riflettersi in un calo nei prossimi mesi dell’inflazione al consumo. Guardando al contributo delle singole componenti all’andamento dell’IPC, occorre considerare le caratteristiche di tali componenti in riferimento al peso relativo e alla loro persistenza. Se da un lato la componente che ha subito la maggiore variazione è la componente energetica, si nota come questa abbia un peso complessivo sul totale dell’IPC in Italia pari a circa il 10%, motivo per cui le dinamiche registrate nella componente energetica si riflettono solo in parte nell’IPC.