Per quanto riguarda le prospettive future, il 51% delle aziende intervistate prevede di investire in Italia nei prossimi 12 mesi. I settori che hanno espresso maggiore interesse a investire o espandere le proprie attività in Italia si confermano, come per il 2024, i servizi finanziari e l’industria chimico-farmaceutica, con rispettivamente l’83% e il 75%. Le imprese già stabilite in Europa – dove la regione rimane il loro focus principale – sono più propense a pianificare investimenti futuri (59%) rispetto a quelle senza operations nel continente (35%). A differenza di quanto osservato in precedenza, i risultati di quest'anno non mostrano più significative disparità tra le grandi aziende e le PMI. Infatti, il 56% delle grandi aziende intervistate (con fatturato superiore a 1,5 miliardi di euro) ha confermato di voler investire in Italia nei prossimi 12 mesi, così come il 54% delle PMI. Le piccole aziende, invece, sono meno inclini a investire in Italia nei prossimi 12 mesi (45%).
Dinamiche regionali a confronto
Gli IDE continuano a mostrare una forte polarizzazione geografica, concentrandosi principalmente nelle regioni del nord-ovest, che ospitano alcuni dei distretti industriali più attrattivi. Nel contempo, l’attrattività dell’area nord-est è diminuita, rappresentando il 14% degli investimenti in Italia, rispetto al 20% del 2023. La regione Lombardia attira oltre la metà degli investimenti diretti esteri, con il 52% del totale dei progetti. A seguire, il Piemonte conta 25 progetti, pari all’11%, mentre la Puglia si posiziona al terzo posto con 14 progetti, rappresentando il 6%. Si osserva una riduzione degli investimenti nell’area del centro Italia, con il Lazio alla guida con 9 progetti nel 2024, mentre il Sud rimane stabile con la Puglia che attrae la maggior parte degli investimenti nel territorio.