Le aziende italiane accelerano nell’AI
Dall’analisi di EY Italy AI Barometer 2025, il contesto produttivo italiano si sta dimostrando particolarmente aperto all’introduzione dell’AI grazie a una crescente consapevolezza del potenziale trasformativo di tale tecnologia. In particolare, il 77% dei lavoratori italiani dichiara di aver avuto almeno un’esperienza diretta con l’AI, mentre l’80% dei rispondenti valuta positivamente la propria esperienza con l’AI e le imprese che stanno integrando tale tecnologia nel proprio business hanno rilevato benefici concreti.
In particolare, nello scenario nazionale, il 52% delle imprese interpellate dichiara di aver ottenuto dei vantaggi tangibili, di cui il 16% indica una diminuzione dei costi, il 23% un aumento dei profitti, il 13% entrambe le voci. Benefici più o meno evidenti che riguardano imprese di settori sempre più diversificati, a dimostrazione della trasversalità del potenziale dell’AI: si va dall’energia e risorse e sport dove la totalità degli operatori segnala un impatto positivo, al settore bancario e finanziario dove l’88% registra dei miglioramenti tangibili, fino alla manifattura avanzata (80%).
Tra gli strumenti di AI maggiormente utilizzati, si segnalano quelli che migliorano la produttività individuale, come gli assistenti alla redazione di testi, utilizzati dal 60% dei rispondenti, seguiti dagli assistenti vocali 47% e dai chatbot 40%. Parallelamente, l’indagine sottolinea tra i principali fattori di attenzione per gli utenti, la sicurezza e la tutela dei dati personali, indicata come una delle maggiori criticità dal 53% degli intervistati. Una delle particolarità del contesto italiano è l’approccio top-down all’utilizzo dell’AI, infatti, il 59% dei ruoli manageriali ha incrementato l’uso dell’AI, rispetto al 39% delle altre figure aziendali, una differenza di 20 punti percentuali che conferma il trend già rilevato nell’edizione del 2024 di EY Italy AI Barometer.
Anche in ambito di aspetti normativi ed etici, la differenza tra management e dipendenti risulta evidente: il 74% dei manager dichiara di conoscere il framework etico della propria azienda contro il 47% dei non manager. Degno di nota, inoltre, il fatto che la maggioranza dei dipendenti riconosce l’impegno dei propri capi nell’implementazione di tecnologie e iniziative legate all’AI. Se da un lato emerge, dunque, che l’adozione dell’AI in Italia ha avuto nell’ultimo anno una decisa accelerazione, dall’altro si evidenzia la necessità di maggiori investimenti in formazione e inclusione sociale a tutti i livelli dell’organizzazione. Inoltre, sul tema della formazione, ritenuto fondamentale dalla totalità del campione della ricerca, emergono dati differenti per quanto riguarda la percezione da parte dei diversi soggetti dell’impresa. Infatti, se tra top manager e manager il 56% circa dichiara di aver ricevuto dall’azienda un supporto e una formazione adeguati, tale percentuale scende al 20% tra i dipendenti. Dati che evidenziano la necessità di programmare una formazione più efficace e inclusiva. Sull’importanza della formazione per il proprio futuro professionale i lavoratori italiani dimostrano maggiore consapevolezza rispetto ai colleghi europei, infatti, il 64% sta investendo nella propria preparazione, di cui il 26% privatamente, il 22% in ambito professionale, il 16% in entrambi. Un altro aspetto importante è che l’esperienza diretta con l’AI influisce positivamente sull’accettazione e la comprensione della tecnologia, tanto è vero che, tra coloro che la utilizzano attivamente, ovvero il 77%, prevale un atteggiamento positivo e consapevole, mentre il 23% che non la utilizza, esprime incertezza e timore dovuti principalmente alla scarsa conoscenza.