3 Tempo di lettura 27 gen 2023

La crescita e le nuove sfide del Venture Capital

Da EY Italy

Multidisciplinary professional services organization

3 Tempo di lettura 27 gen 2023

A che punto sono gli investimenti in Venture Capital nelle startup e scaleup italiane? Un quadro della situazione è emerso durante l’EY Venture Capital Talk, un momento di confronto con esperti del settore e imprenditori su temi sempre più prioritari per la crescita e l'innovazione del Paese, che ha preso spunto dall'analisi dei dati dell'EY Venture Capital Barometer

Un settore in forte crescita quello del Venture Capital, che sta aprendo nuove possibilità e sta diventando sempre più strategico nella crescita e nell'innovazione del Paese, come evidenziato dall'EY Venture Capital Barometer, lo studio annuale che analizza l'andamento degli investimenti nelle startup e scaleup italiane. I dati parlano chiaro: nel 2022 è stato superato il traguardo dei 2 miliardi di euro di investimenti raccolti, con una crescita del 67,3% rispetto al 2021. E, ciò nonostante, il numero complessivo di operazioni sia inferiore rispetto all'anno precedente (326 contro 334), ma con volumi di investimenti nettamente maggiori, segno di un livellamento verso l'alto delle startup e scaleup italiane. Nello specifico, le 5 operazioni di round principali sono state: Satispay per il settore Fintech con 320 milioni di euro raccolti in equity, Newcleo per il settore Energy & Recycling con 300 milioni, Scalapay sempre per il settore Fintech con 215 milioni, Casavo per il settore Proptech con 100 milioni e MMI per il settore Health & Life Science con 72 milioni.

EY Venture Capital Barometer 2023

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Un importante passo avanti per il Venture Capital italiano a 10 anni di distanza dall'introduzione dello Startup Act, la prima legge italiana a offrire un quadro di riferimento per il settore. Fondamentali per il raggiungimento di tali risultati sono stati i maxi-round con raccolta superiore a 100 milioni di euro che hanno attratto diversi investitori internazionali, oltre al ruolo delle grandi aziende che hanno concentrato i propri sforzi in iniziative di Corporate Venture Capital. Da segnalare anche che il nostro Paese risulta in controtendenza rispetto ai principali Paesi europei che dopo anni di crescita vertiginosa hanno registrato una frenata negli investimenti in startup. Parliamo comunque di volumi su scale molte diverse con un gap significativo che potremo cercare di colmare solo unendo le forze per fare sistema e sviluppare progetti davvero in grado di incidere sulla competitività del Paese
Gianluca Galgano
EY Italy Head of Startup and Venture Capital

I risultati dello studio annuale di EY sono stati lo spunto per l'EY Venture Capital Talk, un confronto sulle principali tematiche dell'ecosistema del Venture Capital con esperti e imprenditori di diversi settori, che si è tenuto mercoledì 18 gennaio a Milano presso la Fondazione Feltrinelli. L’EY Venture Capital Talk rappresenta un importante momento di riflessione annuale che aggrega in unico evento gli operatori dell'ecosistema del Venture Capital. Giunto alla sua quinta edizione, il Talk cresce di anno in anno parallelamente alla crescente rilevanza del Venture Capital, un mercato in cui EY si pone come interlocutore per coloro che desiderano attuare politiche e operazioni imprenditoriali, sostenendo in tal modo l'ulteriore sviluppo del sistema.

Dunque, quali nuove sfide nel mercato del Venture Capital si prospettano per Startup, Investor e Corporate? 

La portata del Venture Capital sta crescendo di anno in anno e attualmente in Italia pesa per circa il 10% della spesa complessiva in ricerca e sviluppo, ma rappresenta solo l'1,5% del PIL, una percentuale piuttosto bassa per un settore così strategico per la crescita del Paese. La traiettoria di crescita può però trovare un ulteriore acceleratore nel PNRR che prevede investimenti diretti per almeno 6 miliardi di euro con i progetti del MIUR. A ciò vanno aggiunti gli investimenti raccolti dai fondi e dagli investitori internazionali attratti sempre più dalle nostre startup. Dunque, ci sono elementi positivi che fanno presagire sviluppi interessanti, a patto che si trovino strategie comuni tra i diversi operatori del settore - investitori, aziende e imprenditori - all'interno di uno scenario politico e istituzionale più certo e sicuro
Marco Daviddi
Managing Partner Strategy and Transactions di EY in Italia

I punti di forza dell'ecosistema Venture Capital e Corporate Venture Capital
Per cercare di analizzare i diversi aspetti che sottendono alla crescita dell'ecosistema VC e al tempo stesso individuare i punti di forza su cui puntare per il futuro, sono intervenuti diversi esperti tra i quali Alessandra Luksch, Direttore Osservatorio Startup Intelligence, Politecnico di Milano che ha espresso la sua opinione sul fenomeno: “Gli investimenti corporate in startup stanno crescendo perché le imprese hanno compreso che tali realtà innovative rappresentano un partner duttile e flessibile, in grado sia di fornire tecnologia in maniera temporanea o continuativa, che di sviluppare nuovi modelli di business. Il nostro Osservatorio nel 2022 ha registrato 134,5 milioni di euro di investimenti per acquisizioni di quote di maggioranza. Molto è stato fatto anche a livello istituzionale, ad esempio con lo sblocco di fondi, come i CDP per supportare le imprese, senza dimenticare i finanziamenti diretti previsti dal PNRR. In questo scenario i Venture Capital possono avere un ruolo centrale negli investimenti per stimolare ulteriormente la crescita di questo comparto”.

Dunque, il mercato tech sta maturando e nel 2022 si registrano rilevanti interventi diretti di Corporate e Corporate Venture Capital, come nel caso degli investimenti di Poste Italiane in Scalapay e Bosch in Arduino. Tuttavia, c'è ancora molto da fare, come afferma anche Niccolò Sanarico, General Partner Primo Ventures: “Il mercato degli investimenti è ancora all'inizio e lato exit dà ancora pochi frutti. A tale proposito le IPO del settore tech sono in contrazione nel 2022 rispetto al 2021. Nel mercato M&A sono ancora poche le exit che riguardano startup nel portfolio di fondi italiani. Bisogna però sottolineare che le startup stesse non rappresentano l’unico target e lo sviluppo passa anche attraverso acquisizioni italiane all'estero”. 

Startup e Scaleup come occasione di sviluppo del Paese

L'accelerazione delle giovani imprese si sta rivelando di importanza strategica per la crescita economica e tecnologica del Paese, questo anche grazie alla messa a terra di politiche pubbliche supportate da strumenti e interventi ad hoc che hanno permesso di creare un ecosistema composto da diversi attori: investitori pubblici e privati, aziende, università, istituti di ricerca. Ma come nasce e cresce il fenomeno delle startup innovative italiane? Secondo Danila De Stefano, CEO Unobravo: “Per creare una startup che funziona bisogna avere una conoscenza profonda del mercato e dei bisogni delle persone, che devono essere sempre al centro. In questo senso Unobravo, che fornisce servizi di consulenza psicologica online, ha avuto una forte crescita dopo il 2020 grazie al cambio di mentalità generale e di approccio ai servizi digitali maturato dopo il Covid. In tre anni abbiamo erogato oltre un milione di prestazioni e forti di questi numeri stiamo affrontando la sfida dell'internazionalizzazione. L'obiettivo è diventare la prima piattaforma di mental health a livello europeo”.

Una startup di successo, dunque, nasce da un'idea innovativa e geniale che soddisfi concretamente una necessità delle persone. È questo il caso di Arduino, realtà che a partire dall'invenzione di una piccola scheda elettronica per dispositivi automatici di controllo di oggetti di design, sviluppata da alcuni membri dell'Interaction Design Institute di Ivrea, nato su iniziativa di Olivetti, ha costruito in pochi anni un progetto open source con una piattaforma hardware da 40 milioni di visitatori, un'App scaricata da 45 milioni di utenti e device hi-tech che aggiungono intelligenza e connettività ai dispositivi delle aziende. Una realtà innovativa che ha inevitabilmente attratto investitori internazionali: “Nel 2022 abbiamo annunciato un round di investimento con investor come Bosch e fondi internazionali, un'importante iniezione di capitali per investire ulteriormente in ricerca e sviluppo. Ritengo che in Italia ci sia molto spazio per iniziative simili, con il venture capital si possono fare grandi cose”, sostiene Fabio Violante, CEO Arduino.

Anche nel caso di The Data Appeal Company, startup fondata nel 2014 nel mondo travel, si è avuta un'importante accelerazione a seguito di un round chiuso grazie a investitori stranieri, come racconta Mirko Lalli, CEO: “A partire dall'esperienza nel mondo travel, nel 2019 ci siamo riposizionati aprendoci ai settori fintech, banking e location intelligence la cui richiesta di dati è in deciso aumento. Un aumento che ci ha permesso di crescere del 60% nel 2020, nonostante le difficoltà del periodo della pandemia”.

Investor e VC funds: le nuove dinamiche di investimento

Analizzando i principali round del 2022 in Italia si conferma il ruolo trainante del Nord Italia sia per numero di operazioni che di valore degli investimenti, con la Lombardia in testa, seguita dal Piemonte. Anche la maggioranza degli investitori, sia CVC che VC, si concentra nell'area di Nord-Ovest e, ciò nonostante, larga parte delle startup e PMI innovative sono distribuite tra Centro e Sud del Paese. A sostegno di quanto affermato, Francesca Ottier, Senior Partner CDP Venture Capital SGR, dichiara: “Dal nostro osservatorio stiamo riscontrando un aumento dei fondi e degli investitori anche stranieri che guardano al Sud, ma anche che, nonostante il 25% delle startup innovative si trovi nelle regioni del Mezzogiorno, gli investimenti rappresentano appena il 3% del totale. Per creare un circolo virtuoso è necessario creare un ecosistema che sostenga la nascita e lo sviluppo delle startup con l'azione congiunta di tutti gli operatori istituzionali e investitori. Un altro tema centrale è la formazione delle competenze e della managerialità, che risultano strategiche per far crescere le startup e le scaleup anche in ottica di internazionalizzazione”.

Se i numeri complessivi raggiunti rappresentano un ottimo punto di partenza, quali sono le prospettive per il venture capital? Una risposta la fornisce Andrea Di Camillo, Founding Partner  P101 SGR, società di venture capital che con il proprio programma 101 ha raccolto 150 milioni di euro per il nuovo fondo di venture capital: “Dove c'è innovazione vera e volontà di costruire realtà solide e durature la crisi economica non deve preoccupare. Il panorama da Nord a Sud è più maturo, ci sono maggiori probabilità di attirare capitali e investire in maniera proficua, anche in ottica di internazionalizzazione, per crescere anche al di fuori del contesto nazionale”.

Secondo Amedeo Giurazza, Founder e CEO di Vertis SGR, le priorità per il settore del Venture Capital sono due: “Prima di tutto servono nuovi operatori e nuovi fondi, oltre al CDP Venture Capital, penso soprattutto ai grandi gruppi assicurativi che stanno investendo all'estero, ma ancora poco in Italia. Secondo, il mercato del Venture Capital ha accelerato in questi ultimi anni, ma gli operatori non stanno andando alla stessa velocità ovvero mancano le competenze. Per questo motivo abbiamo lanciato il progetto UniVertis, un master post-laurea specialistico per analisti finanziari in Venture Capital e Private Equity con docenti operatori del mercato”.

Corporate venturing, un'opportunità per le grandi aziende

In una fase di crescita e innovazione risulta fondamentale essere parte attiva del cambiamento in atto e non farsi trascinare dagli eventi. Ciò significa anche mettere in pratica nuovi modelli di business e nuovi standard nel gestire ad esempio le infrastrutture. Come nel caso di Aeroporti di Roma che all'interno del Terminal 1 ha creato l'Innovation Hub, un incubatore dove le startup provenienti da tutto il mondo possono confrontarsi, sviluppare i propri progetti innovativi e condividerli con partner nazionali e internazionali. “Con Innovation Hub abbiamo sinora selezionato 10 startup la cui scalabilità dei progetti si apre a panorami più ampi con programmi innovativi all'interno di ecosistemi internazionali”, dichiara Giulio Ranucci, Head of Innovation & Digital, Aeroporti di Roma.

Uno dei settori dove la trasformazione è più evidente è l'energy. In questo contesto le grandi corporate stanno percorrendo nuove strade all'insegna dell'innovazione per creare prodotti e servizi ad elevato contenuto tecnologico. Un esempio emblematico in tal senso è rappresentato da Eniverse, corporate venture builder Eni, un veicolo di valorizzazione del proprio patrimonio di tecnologie e persone su cui puntare per affrontare la transizione energetica. “Eniverse prende spunto dalle competenze maturate da Eni per valorizzare innovazioni e tecnologie proprietarie anche tramite collaborazioni con startup, realtà tecnologiche e alleanze con partner strategici. Ad oggi abbiamo individuato 130 tecnologie proprietarie tra cui selezionare quelle a più elevato potenziale per la creazione di imprese”, afferma Giacomo Silvestri, Executive Chairman, Eniverse Venture.

Se nei primi 20 anni del secolo il mondo corporate ha contribuito al cambio di passo che sta avvenendo, cosa accadrà nei prossimi anni, specie dopo il 2026 ovvero oltre il PNRR e l'iniezione di fondi che saranno stati investiti? Secondo Salvo Mizzi, Director, Innovation Omnichannel Customer Engagement, Recordati Pharmaceuticals Italy | Chairman, WeSchool: “Il ruolo ultimo del Corporate Venturing è quello di accelerare la crescita e la sostituzione delle industry e dei Paesi che le contengono. Ma per sostenere un'economia trasformativa è necessario il capitale, per questo il Venture Capital sarà fondamentale per accelerare questo processo. Per i prossimi 5-10 anni dovremo individuare le industry che avranno a disposizione del capitale oltre il PNRR”.

Summary

A che punto sono gli investimenti in Venture Capital nelle startup e scaleup italiane? Un quadro della situazione è emerso durante l’EY Venture Capital Talk, un momento di confronto con esperti del settore e imprenditori su temi sempre più prioritari per la crescita e l'innovazione del Paese, che ha preso spunto dall'analisi dei dati dell'EY Venture Capital Barometer

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