Per il 63% delle aziende, le attività di contrasto ai cambiamenti climatici continueranno senza particolari problemi nonostante la pandemia: le aziende che mettono in atto iniziative di economia circolare sono oltre il 40%.
La pandemia da Covid-19 è un grande acceleratore della transizione sostenibile e l’insediamento del nuovo Governo, con un dicastero specifico su questa tematica, sottolinea l’urgenza di avere un piano di azione concreto e coordinato.
Le istituzioni mostrano una rinnovata sensibilità sui temi ambientali e sociali ma come si stanno muovendo le aziende a riguardo?
Una ricerca di EY, "Seize the change: futuri sostenibili", presentata in occasione dell’EY Sustainability Summit, presenta un’analisi dettagliata sull’integrazione della sostenibilità nel business delle aziende nazionali con particolare riferimento ai piani strategici, ai cambiamenti climatici, alla finanza sostenibile, all’economia circolare e alla mobilità.
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Partendo da un campione di oltre 260 aziende italiane di diversi settori, di cui 62 sono state intervistate e 201 analizzate sulle dichiarazioni non finanziarie, emerge come il tessuto imprenditoriale stia aggiornando le proprie strategie in termini di sostenibilità in un periodo di forte trasformazione accelerata dell’emergenza Covid-19.
Molte aziende stanno fissando obiettivi di riduzione del carbonio, compiendo progressi verso lo zero netto e rimuovendo le emissioni di gas serra dall'atmosfera. Tuttavia, è sempre più evidente che questi impegni attuali non sono sufficienti.
A questo proposito, oggi EY è ufficialmente carbon neutral in tutte le aree di emissioni, rispettando così l'impegno preso al World Economic Forum ma l’obiettivo è diventare carbon negative nel 2021 per creare valore a lungo termine per gli stakeholder.
I piani di sostenibilità
Quello che si nota è una maggiore sensibilità ma non ancora del tutto focalizzata: il 70% delle aziende ha previsto infatti un piano di sostenibilità corredato da obiettivi ma nel 39% dei casi sono stati formalizzati dei target quantitativi, mentre solo il 23% delle aziende analizzate ha definito le tempistiche del raggiungimento degli obiettivi.