Capitale umano, territorio e sostenibilità: viaggio nel cuore dell’imprenditoria lombarda

A Bergamo la seconda tappa dell’EY Private Roadshow: al centro del confronto la visione e le strategie delle aziende lombarde che rendono la Regione la locomotiva d’Italia. Premiate anche le eccellenze imprenditoriali del territorio. 

Ha fatto tappa a Bergamo la seconda edizione dell’EY Private Roadshow, il percorso promosso da EY per valorizzare il tessuto imprenditoriale italiano e rafforzare il dialogo tra imprese, istituzioni e associazioni di categoria. A dare il benvenuto ai partecipanti è stata la giornalista del Tg5 Costanza Calabrese, che ha sottolineato l’importanza di momenti di confronto capaci di offrire strumenti utili per affrontare un contesto economico e geopolitico sempre più complesso

EY Private e il ruolo straordinario delle PMI lombarde

L’introduzione di Massimo Meloni e Marco Malaguti

Massimo Meloni, EY Private Leader di EY Italia, dando il benvenuto ai partecipanti, ha ribadito l’impegno della firm a supporto delle aziende familiari, che rappresentano oggi circa la metà del fatturato di EY in Italia. “Siamo spesso associati alle grandi corporation, ma la nostra realtà è profondamente radicata nei territori”, ha affermato, ricordando i dati del Global Family Business Index, che vede l’Italia al quarto posto nel mondo per numero di aziende familiari presenti. “Un risultato che conferma la forza del nostro ecosistema imprenditoriale, spesso sottovalutato, ma riconosciuto e apprezzato a livello internazionale”.

A volgere lo sguardo sul territorio è stato Marco Malaguti, EY Bergamo e Brescia Office Managing Partner, che ha raccontato l’evoluzione del tessuto produttivo locale, dove EY è presente da oltre 35 anni con più di 150 professionisti. “Abbiamo visto queste province trasformarsi profondamente, con imprese capaci di coniugare innovazione, sostenibilità e responsabilità sociale”, ha spiegato, citando anche la location dell’evento (gres art 671) un’ex fabbrica riconvertita in spazio espositivo – come simbolo di questa trasformazione. “Siamo qui per leggere la complessità degli scenari globali, ma anche per celebrare chi ogni giorno contribuisce alla crescita del territorio”.

Il mondo della ricerca e il valore delle competenze donate al territorio

L’intervento di Daniela Andreini

Daniela Andreini, Direttrice del Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università degli Studi di Bergamo, ha evidenziato il ruolo strategico dell’ateneo nello sviluppo del territorio. “Il 78% dei nostri laureati è di prima generazione: studenti motivati, che vogliono crescere e restituire valore alla comunità”, ha spiegato. L’università promuove progetti su intelligenza artificiale, family business e ricerca applicata, offrendo alle imprese competenze solide e strumenti scientifici. “Siamo un’università in provincia, ma siamo partner affidabili, capaci di generare un impatto reale”.

Nel suo intervento, Andreini ha anche sottolineato l’importanza del dialogo continuo tra università e imprese. “Non formiamo solo competenze, ma costruiamo ponti tra ricerca e applicazione concreta”, ha spiegato, citando i laboratori congiunti e i progetti di sperimentazione che coinvolgono studenti, docenti e aziende. Un modello che ha portato il Dipartimento a essere riconosciuto come Dipartimento di Eccellenza dal Ministero dell’Istruzione del Merito, con un focus sulla ricerca applicata e l’innovazione territoriale.

L’incertezza globale e le guerre commerciali

L’analisi macroeconomica di Marco Valli

Il quadro macroeconomico globale è stato al centro dell’intervento di Marco Valli, Chief Economist di UniCredit, che si è focalizzato sulle tensioni commerciali che sta attraversando il mondo, creando una profonda incertezza. “L’instabilità non nasce solo dagli annunci ufficiali, ma anche dall’attesa stessa di nuove misure, spesso imprevedibili”, ha spiegato, citando l’indice globale di incertezza commerciale, tornato su livelli storicamente elevati. Nonostante ciò, i mercati hanno mostrato una certa resilienza, sostenuti da bilanci solidi di famiglie e imprese.

Negli Stati Uniti, UniCredit non prevede una recessione, pur riconoscendo un rallentamento. “Il PIL ha risentito di un’impennata delle importazioni, ma si tratta di un effetto temporaneo. La domanda interna resta solida”, ha chiarito Valli. Anche in Europa si osserva una dinamica simile, con un primo trimestre positivo grazie all’export verso gli USA, seguito però da una correzione. “Non ci aspettiamo una crisi, anche grazie al sostegno del PNRR e alla discesa dei tassi d’interesse”, ha aggiunto.

Guardando al medio termine, Valli ha indicato alcuni fattori di supporto alla crescita, tra cui il piano tedesco da 500 miliardi per gli investimenti infrastrutturali e il riarmo europeo. Tuttavia, ha invitato alla cautela: “La capacità produttiva nel settore della difesa è limitata, e l’impatto sarà graduale”. Sul fronte monetario, ha previsto un ulteriore taglio dei tassi da parte della BCE fino all’1,75%, mentre la Fed americana potrebbe fermarsi intorno al 4%.

Infine, Valli ha affrontato il tema del dollaro, segnalando un possibile cambiamento strutturale. “Non è più percepito come porto sicuro. Le politiche fiscali e monetarie statunitensi stanno spingendo gli investitori a rivedere l’allocazione dei capitali”, ha concluso, anticipando un progressivo indebolimento del biglietto verde nei prossimi mesi.

Il quadro macroeconomico nazionale e lombardo

Alberto Caruso e i dati macroeconomici italiani e lombardi

Dopo l’analisi macroeconomica globale, Alberto Caruso, Director Senior Economist di EY Parthenon Italia, ha portato l’attenzione sul contesto italiano e lombardo. “Il primo trimestre ha sorpreso positivamente, con una crescita del PIL superiore alle attese (+0,3%), trainata dai consumi delle famiglie e da un mercato del lavoro ai massimi storici”, ha spiegato, sottolineando come l’occupazione abbia superato i 24 milioni di unità e la disoccupazione sia scesa sotto il 6%.

L’inflazione, ha aggiunto, si è ridimensionata grazie al calo dei beni energetici, mentre la componente core si mantiene stabile intorno al 2%. “Questo ha restituito potere d’acquisto alle famiglie, anche se i salari reali restano sotto i livelli pre-2021, soprattutto in Italia rispetto ad altri Paesi europei”, ha osservato Caruso, evidenziando come la crescita resti disomogenea tra settori: in difficoltà quelli energivori, in ripresa il farmaceutico e l’alimentare.

Caruso ha poi citato una ricerca EY secondo cui i dazi potrebbero avere un impatto potenziale tra lo 0,5% e lo 0,9% del PIL italiano nel biennio 2025-2026, a seconda della severità delle misure tariffarie. “Non conta solo l’export diretto verso gli Stati Uniti, ma anche quello indiretto, attraverso le catene globali del valore. L’Italia è fortemente integrata in queste dinamiche, soprattutto nel Nord”, ha spiegato.

Infine, ha analizzato il quadro della Lombardia, che da sola genera il 23% del valore aggiunto nazionale. “È un territorio solido, con alta produttività, forte presenza di imprese innovative e un buon livello di digitalizzazione”, ha affermato. Tuttavia, ha evidenziato anche alcune criticità strutturali, come il basso numero di laureati rispetto alla media europea e il crescente mismatch tra domanda e offerta di competenze. “Serve continuare a investire in formazione, ricerca e collaborazione tra università e imprese per restare competitivi anche nel contesto europeo”, ha concluso.

Il potenziale trasformativo dell’AI per le PMI lombarde

rocco
Il confronto tra Riccardo Bovetti e Marilena Lorubbio

Prima di dare spazio alle testimonianze imprenditoriali, Riccardo Bovetti, AI Private Leader, EY Italia, e Marilena Lorubbio, Channel Sales Lead di Microsoft Italia, hanno approfondito il ruolo strategico dell’intelligenza artificiale nei processi di trasformazione aziendale. “L’AI non è un gioco riservato alle grandi aziende: può generare benefici ancora più evidenti nelle PMI, dove l’adozione è più agile e i risultati più tangibili”, ha spiegato Bovetti, sottolineando come oggi l’accesso a queste tecnologie sia ampiamente democratico, sia in termini di costi che di strumenti disponibili.

Secondo Bovetti, il vero nodo è l’adozione: “Non basta introdurre l’AI, serve ripensare i processi, partire dai dati affidabili e costruire percorsi graduali, con obiettivi chiari e casi d’uso concreti”. Ha poi evidenziato come l’AI non debba solo migliorare l’efficienza, ma abilitare nuove modalità di lavoro e innovazione. “Il valore non è nello strumento, ma in come viene integrato nel lavoro quotidiano”, ha concluso.
Marilena Lorubbio ha confermato come la trasformazione sia già in atto: “L’86% dei lavoratori italiani utilizza strumenti di AI, spesso senza che l’azienda ne sia pienamente consapevole”. Ha citato uno studio Microsoft secondo cui ogni dollaro investito in AI può generare un ritorno di 3,7 dollari, con un potenziale di 312 miliardi di euro per il PIL italiano nei prossimi 15 anni. “Il futuro è già qui: serve solo il coraggio di iniziare”, ha affermato.

Lorubbio ha anche illustrato il concetto di frontier firms, aziende che integrano l’AI nei processi e lavorano con team misti, composti da persone e agenti digitali. “Si parte da assistenti personali, si passa a colleghi digitali e si arriva a delegare interi processi. È un percorso graduale, ma già oggi molte imprese italiane stanno tracciando la strada”, ha concluso, invitando le aziende a sperimentare con progetti pilota e a investire nella formazione diffusa.

Le imprese familiari e l’apertura del capitale come leva di crescita

rocco
L’intervento di Manuela Soncini

Manuela Soncini, Presidente Cordusio Fiduciaria, società del Gruppo UniCredit, ha tracciato una panoramica sull’evoluzione delle imprese familiari italiane, a partire dai dati raccolti con l’Università Bocconi. “Negli ultimi dieci anni, oltre 5.000 aziende hanno superato la soglia dei 20 milioni di fatturato, segno di un tessuto imprenditoriale in crescita e in trasformazione”, ha spiegato, sottolineando come molte di queste realtà siano ancora alla prima generazione e con strutture di governance semplificate.

Soncini ha poi evidenziato come l’apertura del capitale rappresenti spesso una leva strategica per affrontare il passaggio generazionale o accelerare la crescita. “Negli ultimi dodici anni, circa 1.300 aziende hanno ceduto quote significative, spesso a partner industriali o fondi di investimento”, ha osservato. In questo scenario, i club deal stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante, offrendo capitali senza interferire nella gestione. “Sono strumenti che valorizzano l’imprenditorialità italiana e permettono di mantenere il controllo familiare”, ha aggiunto.

UniCredit accompagna le famiglie imprenditoriali lungo tutto il percorso
: dalla preparazione al passaggio generazionale, fino alla strutturazione di operazioni straordinarie. “Il nostro obiettivo è sostenere la continuità e l’evoluzione del patrimonio familiare, con un approccio personalizzato e integrato”, ha concluso.

Sostenibilità, innovazione, e capitale umano: il cuore dell’imprenditoria lombarda

rocco
Il panel dedicato alle imprese

Claudia Persico (VP, Persico Group), Andrea Comerio (ESG Impact Manager, Comerio Ercole), Attilio Brambilla (Vicepresidente, Alfaparf Group) e Barbara Cimmino (Head of CRS & Innovation e Co-founder, Yamamay) sono stati i protagonisti della tavola rotonda, moderata da Costanza Calabrese, dedicata al ruolo del capitale umano, dell’innovazione e della sostenibilità nella crescita delle imprese italiane.

A partire dal legame con il territorio, Claudia Persico ha raccontato l’evoluzione del gruppo di famiglia, oggi guidato da tre fratelli, con una forte radicamento a Nembro in Val Seriana. “Il capitale umano è il nostro asset principale. Abbiamo creato un’Academy interna per valorizzare le competenze locali e trasferirle anche nelle sedi estere”, ha spiegato, sottolineando l’importanza della collaborazione con università e istituti tecnici. Persico ha anche evidenziato l’impegno per la parità di genere nel settore manifatturiero: “Non è una battaglia per le donne, ma per il merito che sto portando in varie associazioni di categorie”.

Dal mondo della meccanica storica, Andrea Comerio ha portato l’esperienza di un’azienda alla quinta generazione, come Comerio Ercole che esporta il 95% della produzione. La sostenibilità è al centro della strategia: “Abbiamo sviluppato tecnologie per il recupero dei pneumatici a fine vita e rendicontiamo le emissioni secondo gli standard GHG, incluso lo scope 3”, ha raccontato. L’azienda investe anche in soluzioni IoT per monitorare le performance dei macchinari e supportare i clienti nella transizione ecologica.

Barbara Cimmino
ha invece condiviso il percorso di Yamamay verso un modello di innovazione sostenibile. “Abbiamo anticipato i tempi con prodotti di ecodesign, monocomponenti e riciclabili, ma anche con processi data-driven e customer-centric”, ha spiegato. Per Cimmino, la creatività nasce dall’inclusione e dal benessere delle persone: “Solo in un ambiente che valorizza l’unicità si può generare vera innovazione”. Ha inoltre sottolineato l’importanza della collaborazione con il territorio e con il mondo universitario per rafforzare modelli di open innovation.

Guardando alla crescita internazionale, Attilio Brambilla ha raccontato la strategia di Alfaparf Group, che negli ultimi tre anni ha realizzato nove acquisizioni. “Abbiamo puntato su espansione geografica, nuovi brand e canali distributivi, ma anche sulla diversificazione, entrando nella cosmesi per animali”, ha spiegato. Centrale anche il tema del capitale umano: “Con 3.300 addetti in 30 Paesi, investiamo in formazione e cerchiamo di costruire un’identità di gruppo condivisa”. Brambilla ha inoltre presentato l’impegno della Fondazione Alfaparf, attiva sul territorio con progetti dedicati alle nuove generazioni e all’inclusione sociale.

Persico Group, Alfaparf Group, Comerio Ercole, Yamamay: le eccellenze lombarde

rocco

Nel corso del pomeriggio, Marco Malaguti, EY Bergamo e Brescia Office Managing Partner, ha consegnato quattro riconoscimenti speciali ad altrettante realtà imprenditoriali che si sono distinte per visione strategica, impatto sociale e capacità di innovazione.

rocco
Claudia Persico e Marco Malaguti

Il Premio Capitale Umano è stato assegnato a Persico Group “per aver dimostrato che le persone rappresentano il vero motore del progresso e che la forza di un’impresa risiede nella coesione, nella fiducia e nella condivisione di valori, incarnando un modello virtuoso di leadership condivisa e visione collettiva”. A ritirare il premio è stata Claudia Persico, che ha voluto dedicare il riconoscimento a tutta l’azienda, sottolineando come il capitale umano sia il cuore pulsante dell’impresa.

rocco
Attilio Brambilla e Marco Malaguti

Alfaparf Group ha ricevuto il Premio Espansione Strategica “per aver guidato con visione strategica e determinazione un piano di investimenti e acquisizioni, volto a rafforzare la competitività e la crescita del Gruppo, sia sul mercato nazionale che internazionale”. Attilio Brambilla ha accolto il riconoscimento con gratitudine, ricordando come ogni traguardo sia frutto del lavoro condiviso di oltre 3.000 persone nel mondo. “Abbiamo visto giusto, e questo premio lo conferma”, ha dichiarato

rocco
Andrea Comerio dopo aver ritirato il premio consegnato da Marco Malaguti

Il Premio Sviluppo Globale è andato a Comerio Ercole “per la visione imprenditoriale, profondamente radicata nei valori etici e nella cultura del fare impresa con rispetto e lungimiranza, rappresentando un modello virtuoso di crescita globale, mantenendo sempre saldo il legame con il proprio territorio e con le proprie persone”. Andrea Comerio ha dedicato il premio ai colleghi impegnati in tutto il mondo nell’avviamento degli impianti, sottolineando il valore della presenza internazionale come leva competitiva.

rocco
Barbara Cimmino e Marco Malaguti

Infine, il Premio Sostenibilità è stato conferito a Yamamay  “per aver saputo integrare in modo concreto e trasparente i principi ESG all'interno della propria strategia aziendale, dimostrando che è possibile coniugare competitività e responsabilità ambientale e sociale, e ponendosi come modello aziendale di riferimento per un futuro più equo e sostenibile”. Barbara Cimmino ha ricordato come il percorso dell’azienda sia iniziato anni fa proprio grazie a una sfida lanciata da EY sull’innovazione: “Quel riconoscimento (il Premio EY L’Imprenditore dell’Anno del 2016), ha acceso una scintilla che ci ha spinto a non mollare mai su questi temi”.

Prossima tappa a Firenze, il 30 settembre 

L’EY Private Roadshow, dopo le tappe pugliesi e lombarde, si sposterà a Firenze, per l’evento conclusivo che si terrà al Viola Park.

Scopri l'EY Private Roadshow

EY Private Roadshow

L'EY Private Roadshow rappresenta un'importante occasione di confronto e condivisione tra imprenditori, istituzioni locali e associazioni di categoria, volta a consolidare reti di collaborazione e stimolare la crescita degli ecosistemi imprenditoriali locali

Innovazione, AI e sostenibilità: al Castello di Conversano la prima tappa dell’EY Private Roadshow    

Dal Castello di Conversano prende il via l’EY Private Roadshow, il percorso territoriale per rafforzare gli ecosistemi imprenditoriali del Paese

    About this article