MEDFEST 2025, l’impegno di EY per la sostenibilità nel Mediterraneo


Transizione ecologica, comunità energetiche rinnovabili, politiche di coesione e decarbonizzazione dei trasporti e dei porti nella cornice del Mar Mediterraneo, spazio sempre più decisivo e strategico nel nuovo quadro geopolitico. Sono stati questi alcuni dei focus dei convegni del MEDFEST che hanno visto la partecipazione di EY come sustainability partner. L’iniziativa, che si è svolta a Olbia dal 25 al 28 settembre, si è incentrata sul ruolo e la centralità del Mediterraneo.

Nella quattro giorni sono intervenuti:

  • Maria Cristina Breida, Sustainability Law leader di EY SLT
  • Antonella De Simone, partner EY SLT | Public Law
  • Marco Duso, EY Italy and EMEIA Sustainability Leader
  • Paolo Gentili, Partner EY | Business Consulting – Sustainability transformation
  • Antonio Lombardo, Government & Public Sector Consulting Leader di EY Italia
  • Mattia Riccardo Petrillo, Energy and efficiency law leader di EY SLT
  • Sabrina Sacchetti, Energy communities solution leader di EY Italia

La centralità del Mediterraneo e il rapporto tra ecologia ed economia

(L’intervento di Paolo Gentili)

Il Mediterraneo è oggi uno degli hotspot climatici più critici del pianeta: si sta riscaldando più velocemente della media globale, con effetti diretti su ecosistemi, infrastrutture e attività economiche costiere. Con queste parole Paolo Gentili, partner EY che si occupa di Sustainability transformation, ha esordito nel panel “Il Mediterraneo in movimento innovazione, eco-compatibilità, rigenerazione e impatto economico’’. Gentili nel suo intervento ha approfondito come fattori quali l’innalzamento del livello del mare, l’acidificazione la perdita di biodiversità e la pressione sulle risorse idriche stiano ridefinendo il ruolo del Mediterraneo come spazio economico.

Le attività marittime e portuali si trovano di fronte a una doppia sfida: ridurre il proprio impatto ambientale e rispondere a rischi climatici crescenti, non solo per adempiere a obblighi normativi, ma per cogliere nuove opportunità di trasformazione.

EY contribuisce a questa transizione con soluzioni concrete:

  • decarbonizzazione della logistica marittima
  • elettrificazione dei porti
  • gestione integrata dell’acqua
  • adozione di carburanti alternativi
  • progettazione di infrastrutture resilienti

L’innovazione tecnologica, ha concluso Gentili, è una leva strategica per rigenerare l’economia del mare e garantire competitività, sostenibilità e accesso al credito in un contesto sempre più esposto ai rischi climatici. 

One Health: integrare ambiente, salute e sport per un futuro sostenibile

(Il panel di Maria Cristina Breida)

Durante il panel La medicina della natura: il legame tra ambiente, sport e salute, Maria Cristina Breida, Sustainability Law leader di EY SLT, ha evidenziato come il cambiamento climatico stia ridefinendo le priorità sanitarie globali. Oltre agli impatti ambientali, il climate change incide direttamente sulla salute pubblica: un quarto delle malattie nel mondo è riconducibile a rischi ambientali noti e prevedibili, e circa metà della popolazione globale è esposta a una gestione non sicura delle risorse idriche. A questi fenomeni si aggiungono nuove sfide legate allo sviluppo tecnologico, come la diffusione di microplastiche e sostanze chimiche pericolose. Breida ha rimarcato il ruolo cruciale delle istituzioni e della società civile nel guidare un’evoluzione economica compatibile con la salute e l’ambiente, promuovendo modelli urbani e industriali fondati sulla circolarità. In questo contesto, ha spiegato, la pianificazione urbanistica assume una funzione strategica, orientando le città verso una maggiore coerenza tra benessere umano e sostenibilità. L’adozione da parte dell’OMS di una strategia globale su clima e salute, in linea con l’Agenda 2030, rafforza la necessità di azioni preventive e comportamenti salutari, valorizzando anche il ruolo dello sport e della collaborazione pubblico-privato nella promozione della salute.

La trasformazione urbana e la transizione sostenibile delle città

(La tavola rotonda in cui sono intervenuti Antonio Lombardo e Antonella De Simone)

La transizione ecologica, la trasformazione digitale e sociale, armonizzata dalla sostenibilità, sono state al centro dell’intervento di Antonio Lombardo, Government & Public Sector Consulting Leader di EY Italia, durante il panel Le politiche di coesione: accelerare la doppia transizione verde e digitale per un futuro sostenibile. Lombardo ha evidenziato come i fondi europei – dal PNRR alle politiche di coesione – stiano orientando lo sviluppo verso una sostenibilità integrata, con investimenti significativi: 40 miliardi per la trasformazione digitale, 60 miliardi per la rivoluzione verde, oltre a strumenti come il Just Transition Fund e il programma LIFE. Tuttavia, ha sottolineato, la disponibilità di risorse non è sufficiente: è necessario rafforzare la capacità di attuazione, soprattutto a livello locale, dove le amministrazioni si confrontano con importanti sfide gestionali e strutturali. A partire da questa riflessione, Lombardo ha condiviso i risultati dello Smart City Index di EY, che mostra segnali concreti della trasformazione urbana: le città italiane stanno investendo in digitalizzazione, innovazione e sostenibilità, con progressi rilevanti anche nel Mezzogiorno. Nonostante le sfide geopolitiche e il crescente peso del tema sicurezza, ha concluso, la transizione sostenibile resterà centrale anche nella prossima programmazione europea post-2027.

Il green procurement come volano per la sostenibilità

(L’intervento di Antonella De Simone)

Nel corso del panel “Politiche di Coesione: accelerare la Doppia Transizione Verde e Digitale per un Futuro Sostenibile”, è intervenuta anche Antonella De Simone, partner EY SLT esperta di diritto pubblico, che ha evidenziato il ruolo strategico degli appalti pubblici nella realizzazione degli obiettivi di sostenibilità. Con oltre 271 miliardi di euro spesi in Italia nel solo 2024 e più di 267.000 procedure di gara avviate, il procurement pubblico si conferma uno strumento chiave per l’attuazione di politiche ambientali, sociali e di governance. L’intervento ha messo in luce come il nuovo Codice degli Appalti abbia introdotto un cambiamento significativo: i Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono ora obbligatori in tutte le procedure di gara, rendendo la sostenibilità una componente strutturale del processo di acquisto. Tuttavia, la complessità normativa e la carenza di competenze tecniche rappresentano ancora un’importante sfida. Secondo l’Osservatorio Appalti Verdi, è necessario investire in formazione e nella capacità di scrivere bandi efficaci, per garantire che la sostenibilità non resti un principio astratto ma si traduca in impatti concreti. De Simone, in conclusione, ha ribadito l’importanza di sviluppare modelli di procurement responsabile, capaci di integrare criteri ambientali, economici e sociali. La pubblica amministrazione, in questo scenario, può e deve diventare protagonista della doppia transizione, contribuendo attivamente alla costruzione di un futuro più resiliente, inclusivo e sostenibile.

Decarbonizzare la mobilità per rafforzare la competitività italiana ed europea

(L’intervento di Marco Duso)

Marco Duso, EY Italy and EMEIA Sustainability Leader, è intervenuto nel panel dedicato alla decarbonizzazione della mobilità (‘’La decarbonizzazione della mobilità: come la decarbonizzazione della mobilità sta rimodellando il panorama economico globale’’), evidenziando come la transizione green non rappresenti soltanto una necessità ambientale, ma una leva strategica per la sicurezza nazionale e la competitività industriale. Nel suo intervento, ha sottolineato tre priorità che rendono urgente accelerare il percorso verso una mobilità sostenibile:

  • Sicurezza energetica: l’Italia dipende per il 75% dall’estero per la produzione di energia, e nel settore dei trasporti questa percentuale sale al 93%, con una forte esposizione ai combustibili fossili.
  • Sicurezza nazionale: oltre il 50% delle importazioni energetiche proviene da Paesi ad alto rischio geopolitico, rendendo vulnerabile il sistema produttivo e logistico.
  • Competitività industriale: in un contesto globale che sta rapidamente decarbonizzando, la vera sfida è costruire modelli di business capaci di competere in un’economia low-carbon.

In questo scenario, Duso ha richiamato l’attenzione sul ruolo del Rapporto Draghi, oggi punto di riferimento per la Commissione Europea, che segna un’evoluzione del Green Deal verso una visione più pragmatica e orientata alla competitività. Secondo Duso, è il momento di valorizzare le filiere nazionali e trasformare la sostenibilità in motore economico, seguendo l’esempio di Paesi come la Cina, che hanno fatto della decarbonizzazione una strategia industriale.

Comunità Energetiche Rinnovabili: un modello virtuoso per la transizione energetica

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(La tavola rotonda dedicata alle CER che ha visto la partecipazione di Mattia Petrillo e Sabrina Sacchetti)

Nel corso del panel “Comunità Energetiche Rinnovabili: la transizione energetica parte dal territorio”, Mattia Petrillo, Energy and Efficiency Law Leader di EY SLT, ha messo in risalto il ruolo strategico delle CER come strumento concreto per accelerare la decarbonizzazione e promuovere una generazione distribuita. Petrillo ha richiamato l’attenzione sul fatto che il modello italiano rappresenta un’esperienza normativa di successo, capace di coniugare benefici ambientali, economici e sociali. Le CER, infatti, si fondano su una struttura giuridica senza scopo di lucro che valorizza il consumo locale e responsabilizza i territori, generando resilienza ed efficienza nella rete. Dal punto di vista regolatorio, il sistema di incentivazione si articola su più livelli: da un lato, l’autoconsumo virtuale beneficia di una remunerazione basata sugli oneri evitati; dall’altro, l’energia condivisa è premiata con un incentivo dimensionato in base alla potenza dell’impianto e al prezzo zonale dell’energia. Petrillo ha inoltre messo in luce l’importanza di modelli di cattura fisica dell’energia e di configurazioni flessibili, che aprono a nuove opportunità di valorizzazione economica per le comunità e gli utenti finali. In conclusione, ha rimarcato come le CER rappresentino un laboratorio di innovazione territoriale, dove competenze tecniche, normative e comportamentali convergono per costruire un futuro più sostenibile e partecipato.

Il potenziale trasformativo delle CER e il ruolo dei porti

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(L’intervento di Sabrina Sacchetti)

Anche Sabrina Sacchetti, Energy communities solution leader di EY Italia, è intervenuta nella tavola rotonda dedicata alle CER, analizzando il ruolo strategico di questo strumento nella transizione energetica del Paese. Le CER, sostenute da un quadro normativo tra i più avanzati in Europa, rappresentano oggi un’opportunità concreta per generare valore ambientale, sociale ed economico. Nel suo intervento, Sacchetti ha evidenziato l’importanza di configurazioni territoriali ottimali, di un mix bilanciato tra attori residenziali, pubblici e produttivi, e della costruzione di business plan solidi per attrarre investitori privati. Ha inoltre approfondito il ruolo dei Power Purchase Agreement (PPA) come leva per migliorare la redditività e stabilizzare i flussi di cassa. Tra le best practice presentate, il progetto dell’Interporto di Bologna ha dimostrato come una CER ben strutturata possa generare un rendimento significativo e una ricaduta concreta sul territorio, confermando che le comunità energetiche non sono solo sostenibili, ma anche strumenti redditizi e inclusivi. Infine, Sacchetti ha rimarcato come i porti offrano un grande potenziale. Spesso inseriti in contesti urbani e caratterizzati da aree retroportuali industriali, possono trasformarsi in hub energetici sostenibili. Le CER in ambito portuale possono infatti rafforzare la sicurezza energetica e portare nuovo valore per territori e investitori.


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